Razionale
Nel contesto della crescente complessità di cure e bisogni assistenziali della sanità italiana, il medico di famiglia è destinato a mantenere il ruolo di protagonista nell’affrontare le sfide socioassistenziali di un Paese che vanta il più alto indice di vecchiaia in Europa, trovando il core della propria efficacia ed efficienza nel rapporto di fiducia, nella capacità di autonoma organizzazione, nella adattività che, nel tempo, le hanno sempre permesso di valicare le spinte innovative portate dallo sviluppo di nuovi modelli, nuove tecnologie e nuovi scenari socio-assistenziali emergenti.
La medicina di famiglia rappresenta più che mai un presidio insostituibile per un SSN che vuole continuare a garantire equità, universalità e accessibilità. Studi consolidati hanno da tempo dimostrato che i sistemi sanitari orientati alle cure primarie riescono, con minori costi e maggiore soddisfazione della popolazione, a produrre risultati migliori in termini di salute, equità d’accesso e continuità delle cure, rispetto ai sistemi centrati su cure specialistiche e ospedaliere.
La Medicina di famiglia italiana rappresenta il sistema di “sanità diffusa” più vicino alle persone sia in termini fisici sia di adeguatezza alle richieste. Basti pensare che oggi, i medici di famiglia offrono 60.000 studi medici distribuiti in tutto il Paese, rispondendo alla quasi totalità (97,2%) delle richieste di consultazione di un medico fatte dagli italiani (oltre 600 milioni/anno), a fronte degli accessi ai PS che sono circa 18 milioni (2,8%).
In questa prospettiva la peculiare organizzazione della Medicina Generale si trova nella condizione di poter rappresentare il tessuto connettivo capace di conferire al nuovo modello territoriale quella flessibilità, integrazione, sinergia e progressività necessarie alla piena ed effettiva realizzazione delle Case di Comunità, degli ospedali di comunità e delle altre strutture/funzioni/servizi previsti dalle norme per la presa in carico della grande emergenza della sanità: la cronicità.
A tre anni dalla pubblicazione del DM77/22 e dall’avvio della prima fase attuativa del PNRR in ambito sanitario, la medicina generale italiana si trova al centro di un processo di ristrutturazione profonda. Un cambiamento che investe non solo la dimensione organizzativa del sistema, ma anche – e soprattutto – il ruolo professionale del medico di famiglia, sempre più chiamato a svolgere una funzione strategica di prossimità, continuità e sostenibilità dell’assistenza.
Il nostro 83° Congresso nazionale si colloca in un momento storico in cui si intrecciano direttrici di riforma, innovazione tecnologica, esigenze clinico-assistenziali e nuove sfide professionali e demografiche. L’implementazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali, la ridefinizione dell’Accordo Collettivo Nazionale, il consolidamento delle reti assistenziali locali e la crescente centralità della digitalizzazione soprattutto in ambito sanitario pongono i medici di medicina generale di fronte a un bivio: restare spettatori o diventare protagonisti della trasformazione in corso.
Dentro questo scenario, la medicina di famiglia riafferma la propria identità fondata sull’autonomia professionale, sul radicamento territoriale e su una relazione fiduciaria con il cittadino che non può essere ridotta a logiche aziendalistiche o puramente prestazionali. È questa identità, viva e resiliente, che ha consentito alla professione di attraversare decenni di cambiamenti, mantenendo salda una visione di medicina centrata sulla persona, capace di adattarsi alle sfide dell’invecchiamento, della cronicità e delle disuguaglianze sociali e geografiche.
Le tavole rotonde che compongono il programma congressuale sono pensate come tappe di un percorso di approfondimento che tocca con coraggio e lucidità le aree più sensibili del cambiamento. La riflessione si apre con uno sguardo al futuro della professione, affidato ai giovani medici del millennio, portatori di una visione nuova, propositiva e profondamente radicata nella contemporaneità, che immagina la medicina generale dei prossimi trent’anni come spazio di responsabilità clinica e organizzativa, ma anche di realizzazione professionale e innovazione culturale.
Ampio spazio sarà dedicato al tema della riorganizzazione territoriale, con particolare attenzione al ruolo delle AFT, che non possono e non devono essere strumenti di omologazione o burocratizzazione dell’atto medico, ma occasioni di potenziamento della capacità organizzativa e clinica dei professionisti, all’interno di una rete integrata. Il confronto tra esperienze regionali e modelli organizzativi differenti offrirà l’opportunità di costruire una visione condivisa e coerente, in cui la medicina di famiglia sia protagonista e non destinataria passiva delle scelte.
Centrale sarà anche la discussione sulle nuove politiche del farmaco, che, in un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità economica del sistema, impongono una riflessione seria su appropriatezza prescrittiva, innovazione terapeutica e ruolo gestionale del medico di famiglia nella cura delle grandi cronicità: dal diabete alla BPCO, fino alle patologie cardiovascolari.
Sul versante politico e sindacale, il Congresso sarà l’occasione per analizzare l’evoluzione della professione futura, in relazione alle recenti evoluzioni normative, ai progetti europei e ai decreti attuativi del Ministero con l’obiettivo di tradurre i nuovi scenari in regole contrattuali che preservino la libera professione convenzionata, salvaguardando il diritto di salute dei cittadini e garantendo qualità lavorativa ai professionisti della salute.
La transizione digitale rappresenta un’altra frontiera determinante.
Le tematiche relative alla e-Health sono destinate ad avere sempre maggiore impatto nella Medicina di Famiglia: sebbene rappresentino indiscutibili risorse e opportunità, possono nascondere rischi legati a implementazioni scorrette dei loro modelli applicativi, trasformandosi in severe, a volte insostenibili, zavorre per l’attività clinica.
Saranno preziosi, in questa ottica, i momenti di confronto tra protagonisti, a diverso titolo coinvolti, proposti in occasione dei lavori congressuali.
In particolare, le soluzioni della telemedicina costituiscono preziose risorse capaci di favorire l’accesso alle cure, ridurre gli spostamenti e consentire il monitoraggio da remoto. Tuttavia, queste nuove opportunità possono comportare, in assenza di un adeguato governo, un’alterazione della relazione medico-paziente e una selezione di soggetti in base al digital divide, in relazione alle differenti disponibilità di infrastrutture e alla difficoltà per pazienti fragili ed anziani (o dai loro caregivers) per l’uso della tecnologia.
Gli obiettivi del FSE e del patient summary di favorire la visione integrata della storia clinica del paziente migliorando continuità e sicurezza delle cure, consentendo ai medici di accedere rapidamente a referti, esami e terapie, devono tener conto dei possibili ritardi o carenze nell’aggiornamento dei dati, delle scarse disomogeneità regionali, delle complessità burocratiche e dei nuovi livelli di responsabilità che ne derivano.
Le nuove frontiere dell’Intelligenza Artificiale offrono certamente straordinari supporti nelle diagnosi, nella stratificazione dei rischi, nella personalizzazione dei trattamenti, nella complessiva gestione dei dati. Tuttavia, è sempre necessario mantenere la consapevolezza dei rischi legati a un eccessivo affidamento a tali sistemi, ai bias algoritmici e ai nuovi problemi etici relativi alla privacy, alla trasparenza e alla responsabilità.
L’evoluzione della medicina di famiglia non può prescindere poi dal consolidare un approccio basato sull’epidemiologia della collettività di riferimento, la stratificazione del rischio e livelli di intensità assistenziale differenziati, per garantire la presa in carico delle situazioni di cronicità, complessità, fragilità e non autosufficienza, assicurata da professionisti riuniti in team mono o multiprofessionali e supportati dalla diagnostica di primo livello.
L’83° Congresso FIMMG – Metis affronterà il tema delle malattie croniche da molteplici prospettive prevedendo momenti di approfondimento tra i quali avranno parte rilevante la prevenzione, la promozione di stili di vita corretti, il contrasto all’AMR, valorizzando la capacità del medico di famiglia di realizzare una prevenzione vaccinale di precisione, di garantire la diagnosi precoce delle malattie, la presa in carico del percorso assistenziale e il sostegno alla compliance terapeutica, gestendo quindi longitudinalmente le malattie croniche nel corso della vita del paziente.
I temi individuati saranno trattati, con sessioni strutturate in tavole rotonde, seminari e workshop, privilegiando sia la molteplicità di interlocutori/docenti/esperti, sia una costante interattività con gli esperti, i testimonial e i tutor attraverso discussioni plenarie, question time e prevendendo esercitazioni pratiche a piccolo gruppo.